Vuelta 2018, seconda tappa: da Marbella si va verso il Caminito del Rey, nel mezzo 163km. Una tappa che sembra un elettrocardiogramma, una serie di saliscendi con un finale cattivo, in pieno stile Vuelta: con una di quelle salitine iberiche brevi, ma tutte in doppia cifra.
Nulla di particolare se non fosse che proprio in questa tappa quello che poi sarebbe stato il vincitore della classifica generale ha raggiunto la frequenza cardiaca più alta dell’intera competizione.
📣 Competition Answer 📣@SimonYatess’ max heart rate at the Vuelta a Espana this year was an incredible 201bpm! 💥
We’ve had a few correct answers but today Oscar Gaylor is the lucky winner of the #SCOTTsports 60year retro sunglasses 👏🏻 Congrats! @bikeonscott @scottsports 🕶 pic.twitter.com/Cx1O0OLkfT
La partenza è tranquilla, si viaggia stabilmente sui 80/90 battiti al minuto, dopo circa mezz’ora di gara il percorso si inasprisce ed il trend comincia a ricalcare l’altimetria della tappa: con la prima salita si arriva a 150 battiti (spero pochi, ma sicuramente alcuni di noi arrivano a 150 battiti anche solo dopo aver salito con un po’ di fretta una rampa di scale), quindi di nuovo giù sui 90/100; saliscendi continuo fino all’inizio della quinta ora di gara, quando il traguardo è più vicino e la situazione in gruppo si fa più “tesa”: per dieci minuti si viaggia stabilmente sopra i 100bpm con oscillazioni minime, quindi il culmine, negli ultimi venti metri di gara, due secondi in cui Yates tocca quota 201bpm, per poi “lasciarsi andare” subito dopo la linea d’arrivo sul quale pochi secondi prima erano transitati Valverde e Kwiato. Su quei livelli non ci si tornerà più, neanche nelle tappe più dure o sulle salite più impegnative, i venti metri del Caminito del Rey resteranno quelli in cui per Yates lo sforzo è stato maggiore.
📣 Competition Answer 📣@SimonYatess’ max heart rate at the Vuelta a Espana this year was an incredible 201bpm! 💥
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Nel video che ha accompagnato la pubblicazione dei dati, Simon attribuisce il valore al gran caldo e allo sforzo estremo concentrato nell’ultimo minuto di gara, ma resta l’eccezionalità di un dato molto lontano da quello che ci si aspetterebbe dal cuore di un qualsiasi ventiseienne in salute (circa 185bpm) a testimonianza di quanto il ciclismo possa plasmare il nostro organismo, possa portarlo all’estremo, ben oltre le nostre aspettative.
Ora, se volete mettetevi davanti ad un orologio, prendetevi per il collo con due dita ed iniziate a contare. Coppi a riposo faceva 40 battiti, voi?
P.S. SE I 201 BPM LI FATE A RIPOSO CHIUDETE TUTTO E ANDATE A FARVI VISITARE.