I primi trionfi di Mark Cavendish al Tour de France

Sono passati tredici anni dalla prima vittoria di Mark Cavendish al Tour de France, anni in cui è cambiato tutto: bici, tattiche, avversari. L’unica costante sono le vittorie di Cav.

L’esperienza francese del 2007, non era andata bene: il Tour di Mark era iniziato con due cadute nelle prime due tappe corse tra Gran Bretagna e Belgio, un avvio tutt’altro che positivo culminato con un ritiro ai piedi delle Alpi. Bottino magro: due top-10 in nove tappe.

Nel 2008 Mark arriva in Francia con un bottino notevole fatto di sette successi in stagione tra i quali una Scheldeprijs e due tappe al Giro d’Italia, a Catanzaro davanti a Forster e Bennati e a Cittadella davanti a Bennati e Koldo Fernandez.

La concorrenza in Francia non manca, ci sono tutti: Zabel, Hushovd, McEwen, Cooke, Freire, Hunter, Haussler, Steegmans. Nelle prime quattro tappe raccoglie solo un ventisettesimo posto nella prima volata vinta da Thor Hushovd ed un decimo posto nella terza tappa quando ad imporsi era stato Samuel Dumoulin.

Il 9 luglio si corre la quinta tappa, la più lunga del Tour con i suoi 232km ed un arrivo folle in leggera discesa.

Ad “animare” la corsa ci pensano i tre francesi Brard, Jegou e Vogondy. Quando la fuga è ormai nel mirino del gruppo parte Vogondy che cerca di mettere il gruppo nel sacco difendendo i suoi pochi secondi di vantaggio lungo l’ultimo km e mezzo di gara. Non basta la tenacia, Gerald Ciolek riporta sotto il gruppo che ai -30m riprende il fuggitivo e sprinta verso la prima vittoria di un ventitreenne dell’Isola di Man che sul traguardo di Chateauroux si mette dietro Freire, Zabel, Hushovd e Cooke. La prima vittoria del 2008 arriva esattamente come la prima del 2021, da Vogondy a Van Moer.

Ma siamo solo all’inizio.

Passano tre giorni ed il gruppo affronta l’ottava tappa, una di quelle tappe disegnate alla grande: salite nella prima parte ed il nulla cosmico nel resto del percorso. A Tolosa diluvia, Steegmans della Quickstep parte lunghissimo, Jimmy Casper della Agritubel prova a sfruttare l’errore del belga, ma è troppo presto anche per lui, nel caos totale dalle retrovie si vede una palla di cannone che rimonta al doppio della velocità. Quel ragazzino in maglia azzurra vince ancora. E sono due.

Ci sono i Pirene e poi il giorno di riposo, ma nella dodicesima tappa il copione è lo stesso. Mark è ammaccato per le cadute e le fatiche dei giorni precedenti, ma non molla: sfrutta ancora l’indecisione del treno Quickstep e parte sontuoso a centro strada, stavolta è una volata lunga, negli ultimi metri Chavanel e Steegmans sembrano in grado di rimontare, ma niente da fare, braccia alzate e segno “tre” con le dita. Cannonball si prende anche Narbonne.

Il giorno successivo arriva la perla: a lavorare sono i Milram che vogliono lanciare Zabel, parte il tedesco, ma la velocità è bassa, il treno della Credit Agricole arriva lanciassimo, Cav scatta verso sinistra per cambiare binario, tre pedalate e riparte con la specialità della casa, una macchietta blu che ondeggia a centro strada inseguita disperatamente da McEwen che chiuderà secondo, da Feillu, Haussler, Freire, Hushovd, Duque, Zabel e Julian Dean. Tutti dietro. Poker alla tredicesima tappa. Esattamente come nel 2021.