Ciclismo Ignorante a casa di Mikel Landa

Arriviamo a Bilbao nel tardo pomeriggio, Mikel conferma che passerà a prenderci prima che faccia buio. Arriva un saluto veloce e poi partiamo verso la sua terra, la provincia di Alava, più precisamente la città di Murguia. Siamo nel cuore dei Paesi Baschi. Se non ci fossero le montagne sembrerebbe quasi di stare nelle Fiandre belghe.  Pioggia, nuvole basse e fango che copre le piccole strade di campagna. Allevamenti di mucche frisona da latte e di cavalli ovunque. Per il resto boschi foltissimi.

Mikel, siamo nel Pais Vasco, ti senti appartenente a questa terra?
Qui siamo più moderati rispetto ad altre zone della regione, siamo più aperti e non facciamo questioni politiche, ma certo qui sono nato e questa è la mia terra, c’è un legame molto forte. Siamo in pochi a vivere qui, in tutto duemila persone distribuite su un territorio molto grande.
Piccoli paesi e tanta campagna…
Sì, qui ci sono dei paesi di cinquanta persone come ad esempio quello dove vive la famiglia di mio zio, loro hanno una stalla e coltivano mais per il loro allevamento. Ovviamente ci sono anche dei borghi più grandi come Vitoria e Murguia, ci sono più abitanti, ma tanti tornano solo la sera perché sono pendolari che lavorano nelle grandi città. In generale sono tutti sono paesini con un solo supermercato, l’immancabile chiesa e case ricavate da vecchie stalle ristrutturate.
Ho visto un segnale stradale all’ingresso del paese con scritto “LANDA”… sei famoso?
No, non sono famoso, LANDA vuol dire “rurale” in basco, qui tutto è rurale e all’ingresso dei paesi c’è questa scritta che sta a significare che siamo in campagna.
Beh, ma tu sei famoso, sei uno dei migliori corridori al mondo…
Ovviamente mi conoscono, ma fino a poco tempo fa io ero semplicemente il figlio della Guardia Forestale. Mio papà fa questo lavoro ed è sempre nei boschi a controllare la natura. Qui ci identificano sempre come “i figli di…”.
Come hai cominciato ad andare in bici?
Da piccolo, con i miei amici per incontrarci avevamo solo la bici: abitiamo tutti sparpagliati nelle valli e non c’è un centro dove tutti escono e ci si ritrova.  I miei amici abitavano nel raggio di qualche chilometro e allora usavamo la bici per vederci. La salita più importante della mia infanzia è stata quella che porta al Santuario della Virgen del Oro, sopra Murguia, la facevo di continuo… Quello è il nostro orgoglio, tutti il giorno del matrimonio vanno a farsi qualche foto lì; è il punto di ritrovo, il panorama è bellissimo lassù. Dopo qualche anno di pedalate tra amici, mi hanno proposto di iniziare a correre per la squadra locale, ma prima ho dovuto guadagnare il consenso di mia madre e non è stato facile…
Tanta passione per il ciclismo?
Tantissima, a casa ho ancora un’officina dove riparo le bici, quando trovo in giro qualche vecchia bici la porto a casa e la metto a posto. Praticamente mi trovo ad avere un piccolo museo. Ho anche provato a costruire una bici il più leggera possibile: per ora sono riuscito a farla pesare solo 6kg, ma sono convinto che si possa migliorare. Poi nella taverna di casa, dove di solito mi ritrovo con gli amici, ho tutti i trofei vinti, i gran premi della montagna, le varie maglie… Poi mia mamma continua a ritagliare e incorniciare tutti gli articoli che parlano di me…
Quando sei qui ti alleni da solo o ti vedi con gli altri professionisti baschi?
Mi alleno da solo o con un gruppetto di amatori e under 23, poi ci sono i vigili del fuoco e forestali che hanno tantissima passione e sono sempre fuori in bici. Mi alleno con loro, almeno si parte e si mettono km nelle gambe, poi proseguo con i miei programmi. Con gli altri pro non mi alleno molto, abitiamo tutti distanti anche se nella stessa regione; purtroppo ci sono tante montagne e le strade sono impervie e quindi non è così facile organizzare e fissare gli allenamenti assieme.
Sei molto disponibile, non pensavo potessi dedicarci del tempo, di solito in questo periodo i corridori importanti sono alle prese con feste, cene, vacanze…
Io preferisco stare tranquillo, ho tagliato su tutto questo, solo se ci sono delle manifestazioni che vedono coinvolti i bambini allora ci vado, altrimenti resto qui a casa. Con i miei amici ci vediamo una sera a settimana per mangiare qualcosa, poi c’è la mia fidanzata che spesso rimane da me qualche giorno. Sto bene nel mio mondo, tra queste valli in mezzo alla natura. Non vado in vacanza, solo qualche giorno in montagna a riposare.
E come trascorri il distacco invernale dalla bici?
Solitamente mi fermo per un mese per liberare la testa. Non vado in bici, cammino tanto, vado in cerca di funghi, gioco al tipico passatempo basco, la pelota basca, tutti ci giocano e si scommette, è divertente e tutti i baschi da sempre lo considerano lo sport locale. Quando riprendo faccio sul serio e già da una settimana esco con regolarità, ho la testa alle gare e alla stagione intera. Riprendo sereno e con tanta voglia di correre.
La tua famiglia cosa pensa di te e della tua carriera?
Sono contenti, mio fratello mi segue nei grandi giri, a Burgos e qui alla Volta a Pais Vasco, la mia gara. Lui è appassionato di birra, ha un frutteto di luppolo e ha iniziato a produrre la sua birra. Si sta impegnando molto: è giovane, gli piace il calcio, ma fa il tifo per me ed era sul Mortirolo ad aspettarmi dopo aver fatto 20 ore con il furgone per venire fino a lì.
Tanti corridori vanno a vivere altrove per ragioni di fisco o per allenarsi in località più calde, oppure fanno altura e ritiri lunghi, tu come affronti il ciclismo?
Io sto qui a casa, non ho necessità di trasferirmi. Qui spesso piove e fa freddo, ma tante volte carico la bici in macchina e vado lungo la costa e nella Rioja. Lì le strade sono più asciutte e ci si allena bene. Non faccio molta altura, mai andato in Sierra Nevada e raramente sul Teide, ma quest’anno proverò Gran Canaria per due settimane con alcuni miei compagni di squadra, poi andrò a Calpe per preparare la Vuelta a Mallorca che sarà la mia prima gara stagionale.
Australia, Argentina ora Colombia, tanti iniziano da qui…
A me non piace andare in quei posti in inverno, fa troppo caldo per un fisico come il mio in preparazione iniziale, poi c’è il fuso orario che complica le cose. Preferisco partire piano e gradualmente, la stagione è lunga ed essere al massimo per 70/80 giorni di gara è sempre difficile. La stagione vera inizia con Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza, quello che viene prima è poco rilevante. Da queste due gare in poi si fa sul serio. Per quanto mi riguarda il Tour of the Alps è la gara perfetta per preparare il Giro.
Già che ci siamo: Giro o Tour?
Giro! È bello, spettacolare, salite come Oropa, Blockhaus, Mortirolo e Aprica sono bellissime. Poi la logistica è sempre perfetta…
Amici tra i corridori?
Tra gli italiani ho legato molto con Puccio, Rosa e Moscon… Gianni è davvero molto bravo e merita considerazione. Daniele Bennati è un altro grande professionista, quello che sa sempre darti il consiglio giusto. In Astana avevo un bellissimo rapporto con Gasparotto, gli piace il vino e mangiare bene, e non posso non ricordare Scarponi, un maestro di vita e non solo. È grazie a lui che ho imparato a parlare italiano…
Kiryenka è un simpaticone ma quando si allena è dura per gli altri. Froome un fenomeno, mentre Valverde si diverte in bici e non gli costa sacrificio, non so come faccia ad essere sempre felice.

Il tuo futuro come lo vedi?
Per ora la mia grande soddisfazione è la Fondazione Euskadi di cui sono presidente: da poco abbiamo inaugurato il team femminile, quindi ci sono gli under-23 che quest’anno saranno in categoria continental. Il mio sogno è chiudere la carriera qui, correndo per questa squadra tutta basca…
Grazie per la disponibilità Mikel, la cena la offriamo noi…
Grazie a voi, vi faccio assaggiare la carne basca e vi scelgo il vino… però non mangio, sono in fase di preparazione e in questi giorni “mi concedo” solo verdura e riso. Ma mio fratello vi farà compagnia più che volentieri.
Hai ragione, le gare si vincono fin da novembre…
Se hai passione e ti piace quello che fai ti viene normale comportanti così.
Bravo Mikel, sei giovane ma hai la maturità del grande professionista. Aupa!